SILENT GARDEN

Ideazione e cura di Camilla Monga / progetto di Camilla Monga e Federica Furlani / disegno sonoro Federica Furlani / voce Marta del Grandi / interventi coreografici e danza di Camilla Monga, Alice Raffaelli, Flora Katalin Orciari, Chiara Montalbani, Stefano Roveda e Manolo Perazzi / produzione Teatro Stabile di Verona - sostegno del Comune di Garda / concessione degli spazi Famiglia Rana.

In “Silent Garden” l’arte e la natura dialogano su una melodia che richiama le mitiche figure delle sirene incantatrici. Durante la performance gli artisti danzano su una partitura di voci femminili che conducono il pubblico verso un mondo parallelo al “qui e ora”; grazie all’utilizzo delle cuffie, infatti, tutti gli attori della scena - sia il pubblico che i danzatori, sono isolati nella collettività, rimanendo connessi da una serie di sensazioni che sanno di vivere nello stesso momento. Si tratta, in altre parole, di uno “straniamento” condotto passo dopo passo dagli artisti che invitano il pubblico a seguirli verso una meta di consapevolezza che prende corpo solo grazie allo stare insieme cullati dalla visione del movimento armonico. Le somiglianze di questa situazione con l’incontro di Ulisse e le sirene sono molteplici: innanzitutto, la forza ammaliatrice delle sirene che trascina i naviganti a raggiungerle così come il pubblico segue i danzatori; in seguito, il significato stesso del canto, che conduce - secondo la leggenda - alla conoscenza assoluta così come chi partecipa all’evento si sente portare verso una nuova percezione di sé nella natura; ancora, l’essenza stessa della voce femminile che ricorda proprio quella di bellissime creature dei mari; infine la presenza dell’acqua nel mito come nella performance eseguita nella baia più bella del lago di Garda. C’è un ultimo elemento da prendere in considerazione riguardo alle sirene; nonostante fossero tentatrici e pericolose per i naviganti, non vivevano nel mare, bensì erano creature aeree, somiglianti più all’Ariel shakespeariano che alle greche ninfe fluviali. Nella loro natura, quindi, gli elementi dell’aria e dell’acqua si fondevano creando un quadro di fascino e terrore che si schiudeva verso l’assoluto. Ancora una volta, perciò, si comprende come i danzatori incarnino le movenze delle sirene e ne seguano al tempo stesso la voce, coinvolgendo il pubblico che sempre di più si sente parte del tutto e della natura.